Esito di un’indagine sull’architettura industriale del secondo Novecento, il sito raccoglie una serie opere significative dell’esperienza italiana, capace di coniugare le tecniche e i sistemi costruttivi del calcestruzzo con la ricerca estetica e architettonica orientata alla sperimentazione, alla declinazione di un linguaggio architettonico moderno e all’espressione dell’immagine aziendale attraverso gli spazi del lavoro. Il catalogo costituisce lo strumento per l’inquadramento e la documentazione, come necessario momento di conoscenza critica, del fenomeno dell’architettura industriale prefabbricata e non in Italia. Le opere catalogate (120) fanno da sfondo alla presentazione di alcuni degli esempi più notevoli di edifici industriali realizzati con pannelli prefabbricati per l’involucro (16), attraverso un sistema implementabile e aperto all’approfondimento degli aspetti tecnico-costruttivi nonché delle tematiche di conservazione, riqualificazione e trasformazione.
The phenomenon of the abandonment of industrial buildings and sites has made the reuse of industrial heritage, at various scales, a major topic of current post-industrial dynamics in many European countries. The evaluation of industrial heritage and an understanding of the history of the technology and processes predominant in the local area enable the identification of valuable buildings, which may then assume the role of potential centres for the re-design of suburban areas and landscape. The presence of ‘modernist’ buildings increases the need for strategies for their protection and transformation, in accordance with the principles of selective preservation and adaptive reuse.
Industrial architecture in Italy has largely concentrated upon concrete construction techniques, mainly through the evolution of prefabrication, which also played an important role in the diffusion of the industrial building types which today constitute the diffuse and fragmented landscape of small- and medium-sized enterprises. Consequently, between the ’50s and the ’70s, many Italian designers experimented with the use of concrete elements in industrial construction: several of them took the opportunity to introduce new technologies and brand-images by designing their own precast concrete elements, while others exploited the possibilities presented by prefabrication and standardisation to inject their personal modernist language into industrial architecture.
Recognising that the identification of examples of emergent industrial architecture is, above and beyond any kind of intervention, a much-needed step towards ‘critical knowledge’, research into the issue has produced a catalogue of “Concrete industrial architecture in Italy: 1950-1980”, which lists notable buildings constructed using both cast-in-place and pre-cast concrete methods. The records included are organised in a database which includes around 150 well-known industrial buildings and which also proposes possible future implementations. The remarkable buildings of prefabricated industrial architecture – about 20 case-studies -, as the main focus of the research, are presented through a “single view format”, designed upon the basis of the Docomomo minimum fiche (as defined for the international register), including descriptions, historical and technical evaluations and image galleries for each record.
The database provides an overview of the legacy of the Modern Movement in Italian industrial architecture and highlights some of those unique aspects – such as adaptability, standardisation, industrialisation, aesthetic research and, above all, experimentation – which are deserving of conservation. This system is able to track the status of this special industrial heritage by recording information on the current use of buildings and monitoring their state and any possible damage.
It is an approach which therefore favours an organic evaluation of the values and characteristics of the selected buildings in order to assess their need for protection or potential for reuse so that new, innovative initiatives may be proposed for their conservation and transformation into meaningful structures and landmarks of a re-designed territory which, however, pay due respect to their history.
Il problema della conservazione e trasformazione del patrimonio industriale, alle diverse scale, rappresenta uno dei principali temi delle attuali dinamiche post-industriali, caratterizzate dal crescente fenomeno dell’abbandono di siti ed edifici produttivi in molti paesi Europei. La valutazione del patrimonio industriale e la comprensione dell’evoluzione storica di tecnologie e processi che ne hanno caratterizzato lo sviluppo in ambito locale rende possibile l’identificazione degli edifici di valore, che possono così assumere il ruolo di possibili centri per il ri-disegno del territorio. La presenza di edifici ‘moderni’ accresce, inoltre, la necessità di strategie per la loro tutela e trasformazione nel rispetto dei principi di ‘conservazione selettiva’ e ‘riuso adattivo’.
L’architettura industriale, in Italia, si è largamente fondata sulle tecniche e le tecnologie del cemento armato, soprattutto attraverso l’evoluzione della prefabbricazione, che ha avuto un ruolo centrale anche nella diffusione dei tipi edilizi industriali che oggi caratterizzano il diffuso e frammentato paesaggio della piccola e media impresa. Inoltre, tra gli anni ’50 e ’70, designer e architetti italiani iniziarono a sperimentare l’uso di elementi prefabbricati in calcestruzzo proprio nelle costruzioni industriali: alcuni colsero l’opportunità per introdurre nuove soluzioni tecnologiche ed estetiche attraverso il design del componente, altri esplorarono le possibilità offerte da prefabbricazione e standardizzazione per declinare il proprio linguaggio nell’architettura industriale.
Nella consapevolezza che l’identificazione delle emergenze nel panorama dell’architettura industriale del paese rappresenta il necessario momento di ‘conoscenza critica’ prima di qualsiasi intervento, la ricerca sul tema ha portato alla realizzazione di un catalogo sull’Architettura Industriale in Calcestruzzo in Italia: 1950-1980, che raccoglie edifici significativi realizzati con l’uso di sistemi costruttivi (prefabbricati e non) in calcestruzzo. I casi selezionati sono organizzati in un database, che include circa 120 noti edifici industriali ed è aperto a future integrazioni. I casi più significativi di architetture industriali prefabbricate – circa 20 casi-studio -, in quanto tema principale della ricerca, sono presentati attraverso ‘schede’, organizzate in base alla minimum fiche definita per il Docomomo Register, che include descrizioni, valutazioni storica e tecnica, e raccolta d’immagini per ciascun caso.
Il database fornisce una visione di sintesi dell’eredità del Movimento Moderno nell’architettura industriale italiana ed evidenzia quei caratteristici aspetti – come flessibilità distributiva, standardizzazione, industrializzazione, ricerca estetica e, soprattutto, sperimentazione – meritevoli di tutela e valorizzazione. Il sistema è inoltre utile a monitorare la consistenza di questo particolare patrimonio edilizio, tenendo traccia dell’uso e dello stato di conservazione degli edifici. Tale approccio favorisce una valutazione organica di valori e caratteristiche specifiche degli edifici selezionati, nell’ottica di individuare criticità, necessità specifiche e potenzialità, in modo da poter orientare iniziative di tutela e trasformazione.
The author
Maria Vittoria Santi. Architect, PhD. candidate
University of Udine
Polytechnic Department of Engineering and Architecture
Via delle Scienze 206, 33100 Udine Italy
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